Il Patto con gli ospiti rappresenta il punto di riferimento per tutti gli operatori della Comunità Alloggio per anziani “Residenza Felice” a Roma.

Per la Direzione e il personale, è fondamentale costruire con ogni ospite una relazione basata sul rispetto, sull’ascolto e sull’autenticità del rapporto umano.

Di seguito le linee guida che indirizzano il rapporto tra gli operatori e gli ospiti

Un’assistenza fatta di gesti e relazioni

L’operatice/operatore si presenta al primo incontro, spiegando chiaramente chi è e quale ruolo svolge a favore dell’ospite.

Si impegna a conoscere l’ospite, riconoscerlo e chiamarlo per nome e cognome, instaurando un rapporto autentico e rispettoso.

Indossa la divisa e il cartellino identificativo per garantire trasparenza e riconoscibilità in ogni momento.

Fornisce risposte comprensibili e adatte alla persona, usando un linguaggio semplice e rassicurante.

Trasmette tutte le informazioni necessarie per favorire l’inserimento e la comprensione del funzionamento della struttura.

Garantisce condizioni igieniche e ambientali ottimali, contribuendo al benessere quotidiano dell’ospite.

Favorisce il mantenimento dei legami con i familiari e le relazioni sociali, riconoscendone il valore affettivo ed emotivo.

Riconosce e rispetta i tempi, le abitudini e le preferenze personali dell’ospite, anche nei piccoli gesti quotidiani.

Offre supporto per affrontare la giornata con equilibrio e dignità, aiutando l’ospite in alimentazione, igiene, mobilità e riposo, se necessario.

Individua i bisogni assistenziali dell’ospite, li condivide con lui, propone soluzioni e partecipa attivamente alla loro attuazione.

Promuove comportamenti utili per migliorare la salute dell’ospite, rispettandone le scelte e lo stile di vita.

Svolge le attività assistenziali con professionalità, abilità e attenzione alla persona, mettendo al centro l’umanità.

Riconosce e tutela la dignità, la riservatezza e le fragilità dell’ospite in ogni situazione.

Si mostra sempre disponibile all’ascolto, offrendo attenzione ogni volta che l’ospite lo desidera o ne sente il bisogno.

Garantisce una presenza empatica nei momenti di sofferenza, paura o solitudine, soprattutto quando la medicina non basta.

Partecipa attivamente ad iniziative per migliorare la qualità dell’assistenza e dei servizi offerti all’interno della struttura.

Rileva e segnala tempestivamente ogni situazione potenzialmente dannosa o fonte di disagio per l’ospite alle figure competenti.

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